Medeae Daemones
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Il fumetto della tragedia "Medeae Daemones" scritta da Stefano Vittori

Liber nubeculatus ex tragoedia "Medeae Daemones" a Stephano Vittori conscripta

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I due figli di Medea sono due demoni che hanno occupato la mente della maga che li ha invocati dall’abisso, aiutandola a prestare soccorso all'amato Giasone dietro compenso di essere finalmente partoriti in corpi umani. Questi due spiriti le parlano in continuazione, ma solo lei e il pubblico possono udire la loro voce. La decisione di Giasone di lasciare Medea per Creusa, figlia di Creonte re di Corinto, sovverte i piani della maga. Disperata, Medea vorrebbe rimanere a Corinto per riconquistare Giasone e inventa di essere incinta per convincere Creonte a darle il permesso di rimanere. Nel frattempo, si viene a sapere che Creusa è rimasta incinta, e ciò fa maturare in Creonte una proposta d'alleanza politico-militare tra i nascituri di Creusa e quelli (inesistenti, ma lui non lo sa) di Medea, con fini espansionistici sulla Colchide di cui la maga è originaria. Lo stesso evento fa maturare nei demoni la decisione di occupare i feti della principessa, bypassando il problema della separazione tra Medea e Giasone. Inorridita da questa prospettiva, Medea compie un esorcismo su sé stessa e imprigiona i demoni in una veste: ma né l'una, nel cercare di imprigionarli, né gli altri, nel cercare di liberarsi, tengono conto di alcuni particolari.

Médéae duó fílií daemones sunt, quí ságae mentem occupávérunt. Quae eós ex abyssó invocáverat, ut Iásoní amátó opem ferrent, partú in húmánís corporibus pactó.  Hí spíritús ínstanter eí loquuntur, sed ea sóla eórum vócés audíre potest. Postquam Iáson cónstituit, ut Médéam déserat pró Creúsá, Creontis fíliá, Corinthiórum régis, omnia ságae cónsilia évertuntur. Déspérat, et Corinthí manére vult ad Iásona sibi vindicandum, et praegnantiam fingit, quó Creontí persuádeat, ut sé Corinthí manére patiátur. Interim Creúsa praegnáns comperta est: quó factó Creón addúcitur, ut Médéae societátem própónat inter Creúsae nátúrós et Médéae (quí núllí exstant, nec is scit) ad Colchida, cuiátis sága est, capiendam. Idem factum daemonas indúcit, ut régis fíliae fétús occupent, difficultátemque síc vincant, á Médéá Iásoneque séiunctís ortam. Médéa, hóc cónsilió horréscéns, sésé ipsa exorcizat et daemonas in veste claudit: sed nec illa, dum claudit, nec hí, dum sé líberáre volunt, quaedam perpendunt.

Autori: Stefano Vittori, Francesco Vacca, Gabriele Buttafuoco
21x29,7 cm, brossurato, 106 pagine
ISBN: 9788894758016

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